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Interviste

In Sala d’attesa

Con la coalizione di centrosinistra che opta per una riconferma di Sala e valuta il da farsi nelle grandi città, il centrodestra si scontra sui possibili candidati

Edoardo Fracchiolla
Politica Interna · 11 maggio 2021 · 3 min di lettura

Per la coalizione di centrosinistra, e per la nuova alleanza giallorossa, molte sono le idee, ma una la certezza. Beppe Sala è pronto a correre per la riconferma a Palazzo Marino. Il sindaco meneghino ha annunciato mesi fa la sua decisione, dopo un’attesa dovuta alla possibilità di ricevere offerte di lavoro che fossero più allettanti (si parlava di lui in ottica amministratore delegato della Tim-2), ma non essendosi queste ultime concretizzate il sindaco ha deciso di rincorrere la riconferma nel capoluogo lombardo. Per quanto riguarda le due grandi città meridionali, Napoli e Roma, i ragionamenti sono differenti. A Roma la Raggi ha annunciato da tempo la sua ricandidatura, sostenuta ovviamente dal MoVimento, ma i grandi malumori che l’amministrazione ha portato in questi anni portano il centrosinistra a varare l’ipotesi del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti alla guida della Capitale, diventata concreta per poi sfumare in poche ore a causa di un’improvvisa retromarcia di Zingaretti stesso, resosi conto che l’attuale maggioranza giallorossa governante in Regione non avrebbe retto l’urto, portando, secondo lo Statuto delle regioni che segue il principio “simul stabunt simul candent” alle elezioni per il presidente della Regione Lazio. Alle primarie si sono presentati così Roberto Gualtieri, Giovanni Caudo, Tobia Zevi e Paolo Ciani, con Gualtieri in netto vantaggio su tutti, ma con poco appeal nella Capitale. A Napoli voci di corridoio parlano di una possibile candidatura di Manfredi per il PD e di una clamorosa candidatura di Fico per i 5stelle. L’attuale presidente della Camera è stato lanciato nei giorni scorsi da Conte come papabile candidato, ma il curriculum di Manfredi, già rettore della Federico II e ministro dell’università potrebbe oscurarlo, finendo per essere controproducente. Su Torino tutto tace. Candidati non ce ne sono, si accettano consigli.

Discorso molto più spinoso per quanto riguarda il centrodestra, che finora ha incassato il doppio rifiuto di Albertini e Bertolaso per la candidatura a Milano e Roma. Salvini ha attaccato gli alleati, colpevoli ai suoi di aver fatto aspettare troppo i due interlocutori, che spazientiti avrebbero rinunciato. La Meloni ha risposto di non aver mai posto veti sui due, dando il via alla missione diplomatica del leader leghista, convinto di poter ottenere almeno il sì di Albertini, che però ha recentemente dichiarato la stima nei confronti di Sala. L’alternativa principale porta il nome dell’ex ministro Maurizio Lupi, in netto vantaggio su Rasia dal Polo, che dopo essersi esposto e autodichiarato candidato del centrodestra a Milano ha dovuto registrare un netto ripensamento a causa del suo scarso appeal. Secondo un recente sondaggio un’eventuale candidatura di Albertini porterebbe il centrodestra alla guida di Milano, che non avverrebbe in caso di candidatura di Lupi o Dal Polo. Su Roma la situazione è spinosa. È risaputo che Salvini farebbe carte false pur di candidare Bertolaso, ma dopo un incontro avvenuto lontano da occhi indiscreti in cui il leader del centrodestra gli ha proposto carta bianca certificata dalla firma di un atto da parte dei tre leader. Bertolaso ha continuato sulla sua linea scettica, confermando il suo sogno di diventare sindaco di Roma, ma aggiungendo che attualmente non ci sono le condizioni che questo avvenga. Salvini continua ad essere impegnato in questa sua missione, ma il super amministratore ha ribadito di essere impegnato sulla gestione della campagna vaccinale in Lombardia, comunicando a Salvini di essere pronto, in barba a Bruxelles, a fare un contratto tra AstraZeneca e la Lombardia per la fornitura di vaccini. Le speranze di vederlo a Roma sembrano ridotte al lumicino. Chi invece all’interno del centrodestra ha già da tempo annunciato la sua candidatura è lo storico dell’arte Vittorio Sgarbi, che forte del sostegno degli alleati o meno si candiderà come sindaco della Capitale. Secondo quanto da lui dichiarato Sgarbi avrebbe da solo il 26% dei consensi, davanti di due punti percentuali alla Raggi e dietro a Calenda, ma un’eventuale candidatura sostenuta dal centrodestra unito potrebbe clamorosamente portarlo al Campidoglio. Sgarbi alla guida della Città Eterna è sicuramente un’idea affascinante per il valore artistico di Roma, che sicuramente saprebbe valorizzare e salvaguardare, ma per gestire una metropoli come Roma bisogna essere anche competenti in ambiti manageriali. Sgarbi ha rassicurato gli scettici affermando di aver già formato un team di esperti che lo assisterà durante la sua esperienza di sindaco della Capitale sotto ogni punto di vista e ha chiamato a gran voce Salvini, Meloni e Berlusconi a convergere su di lui. Basterà per convincere i tre leader a puntare sul celebre professore?

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