Con i dati sulla diffusione delle varianti registrati in questi giorni e i bollettini trasmessi dalle Regioni al Governo centrale, sale l’allarme per l’ulteriore diffondersi del Covid-19. In salita la curva dei contagi spinta dall’accelerazione della variante inglese, che ha come effetto l’aumento del carico sulle terapie intensive e il superamento drammatico della soglia delle 100mila vittime per Covid: tutti dati che spingono, obbligatoriamente, a prendere in seria considerazione una ulteriore stretta delle misure di contenimento già in vigore. Molte le ipotesi al vaglio del Governo: fra queste, il recupero del “modello Natale” (ovvero fascia rossa per tutti nei giorni festivi e arancione in quelli feriali) oppure anticipare il coprifuoco dalle 22 alle 19 o alle 20; si aggiunge l’ipotesi della chiusura dei negozi laddove sono già chiuse le scuole, allo scopo di evitare che i ragazzi passino dalle lezioni in DaD al mattino agli assembramenti nel pomeriggio, ma viene categoricamente escluso un lockdown che metterebbe praticamente in ginocchio un’economia già dissanguata. Lockdown che viene escluso anche perché la differenza da regione a regione c’è ed è importante: dalla Sardegna, prima Regione zona bianca, alla Campania che è passata in zona rossa, al Friuli Venezia Giulia e al Veneto che sono diventate arancioni. La necessità, sottolineata dalla forze politiche, è quella di interventi mirati, chirurgici e, in questo senso, si stanno studiando opzioni alternative al lockdown. Il consiglio, per voce del Presidente dell’Ordine dei medici Anelli, è quello di «misure molto dure per un breve periodo piuttosto che misure più leggere e prolungate».
Le necessità sono due: contenere la diffusione del Covid e accelerare la campagna vaccinale. Il Governo, spiega Draghi, «deve fare la sua parte» ma nelle ultime ore un’ulteriore tegola sul Governo è arrivata dalla casa farmaceutica Johnson & Johnson che fa sapere di avere problemi di approvvigionamento e di non essere certa di poter garantire la fornitura prevista per il secondo trimestre. Proprio Johnson & Johnson, nelle ultime settimane, aveva messo a punto il vaccino monodose, quindi senza necessità di effettuare il richiamo, che avrebbe permesso di far decollare la campagna vaccinale, anche nelle fasce meno a rischio, ma sembrerebbe ci sia stato un dietrofront non legato direttamente alla casa farmaceutica.
Dal Premier Draghi però arrivano rassicurazioni importanti: «Il governo deve moltiplicare ogni sforzo. Siamo solo all’inizio. Il nostro compito - e mi riferisco a tutti i livelli istituzionali - è quello di salvaguardare con ogni mezzo la vita degli italiani e permettere al più presto un ritorno alla normalità. Ogni vita conta. Non perdere un attimo, non lasciare nulla di intentato, compiere scelte meditate, ma rapide». Queste le parole di Draghi che fanno ben capire il peso del momento e delle scelte che si stanno compiendo e che riprendono quelle del Ministro alla Salute, Speranza: «le prossime ore non saranno facili».
«Nel piano di vaccinazioni – ha poi aggiunto Draghi - che nei prossimi giorni sarà decisamente potenziato, si privilegeranno le persone più fragili e le categorie a rischio. Aspettare il proprio turno è un modo anche per tutelare la salute dei nostri concittadini più deboli”, richiamando al senso del dovere verso la Comunità e ai valori più alti della Repubblica e lo ha fatto anche mandando «un segnale vero di fiducia» ringraziando «i cittadini per la loro disciplina, la loro infinita pazienza, soprattutto coloro che soffrono le conseguenze anche economiche della pandemia. Ringrazio gli studenti, le famiglie e gli insegnanti che sopportano il peso della chiusura delle scuole. Ringrazio gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, le forze armate, la Protezione Civile e tanti altri lavoratori in prima linea per la loro incessante opera. Sono anche questi esempi di responsabilità civica e professionale, di cittadinanza italiana attiva che impongono al governo di moltiplicare ogni sforzo». In questi giorni, infatti, il Premier ha incontrato il Generale Figliuolo insieme ai Ministri Speranza e Gelmini e anche l’a.d. di Posteitaliane, Del Fante, con lo scopo di coinvolgere l’azienda partecipata dallo Stato per fornire un contributo importante con gli strumenti già a disposizione.