Domenica 23 maggio il governo bielorusso si è reso partecipe della deviazione forzata di un volo che trasportava uno dei principali oppositori della presidenza di Lukashenko, il giornalista Roman Protasevich. Egli è stato immediatamente arrestato insieme alla fidanzata Sofia Sapega.
Secondo il presidente bielorusso, Protasevich si è reso colpevole di una serie di reati che hanno indotto le autorità ad incarcerarlo; trattasi di un personaggio ostile al governo, poiché si crede che sia affiliato a movimenti dell’estrema destra ucraina, nonché legato ad una possibile “rivoluzione colorata”.
In verità l’attivista ha svolto un ruolo fondamentale nella promozione pubblica della candidata democratica Svetlana Tikhanovskaya, ciò risulta fortemente in contrasto con la tesi governativa circa le posizioni politiche del dissidente. D’altronde non è un segreto il fatto che in Bielorussia l’opposizione al potere venga fortemente ostacolata, in alcuni casi repressa perfino con la forza, basti pensare a quanto accaduto lo scorso agosto durante le elezioni presidenziali.
I due principali leader a sfidarsi furono per l’appunto il celebre Lukashenko, capo del PCUS e presidente dal 1994, e Svetlana Tikhanovskaya, massima rappresentante delle istanze democratiche nel Paese. Attraverso una procedura la cui veridicità è stata a lungo discussa, la giovane attivista ha ottenuto solo il 10,9% dei voti, per poi fuggire in Lituania il giorno successivo alle elezioni, temendo di essere arrestata come era già capitato a suo marito poco tempo prima. Attualmente si dice “costretta all’esilio” ma non ha cessato la sua battaglia di denuncia contro il regime autoritario di Lukashenko. E’ proprio Svetlana a denunciare le terribili condizioni in cui vivono gli oppositori all’interno delle carceri, raccontando un episodio raccapricciante.
Un anziano accademico, dopo aver fatto alle guardie una domanda ritenuta inopportuna, è stato spogliato, picchiato selvaggiamente e rimandato nudo tra i suoi compagni di cella. Addirittura, dalle testimonianze che le sono state riportate, le celle sarebbero terribilmente sovraffollate, e spesso verrebbero inseriti all’interno anche prigionieri malati di Covid-19 così da infettare quante più persone possibili.
Giovedì 3 giugno la Tv di Stato bielorussa ha trasmesso un video in cui Roman Protasevich riconosce le sue colpe e le sue responsabilità (come ad esempio l’aver organizzato proteste di massa contro il governo), sottolineando di voler rimediare ai suoi errori così da condurre una vita tranquilla, lontano dalla politica. Il dissidente è apparso fisicamente molto provato, con segni visibili di percosse, al punto che l’organizzazione a tutela dei diritti umani, Viasna, ha affermato che si è trattata di una confessione estorta sotto minaccia. Il tono di voce e le parole usate, lasciano senza dubbio propendere per questa versione dei fatti. “Mi sono reso conto che molte cose per le quali Aleksandr Grigoryevich (Lukashenko) è criticato sono solo tentativi di metterlo sotto pressione e che in molte occasioni si è comportato come un uomo con palle d’acciaio” ha asserito, esprimendo assoluto rispetto nei confronti dell’uomo che da 27 anni governa la Bielorussia.
Sulla vicenda è intervenuto anche Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, il quale collega Putin all’arresto di Protasevich, questo perché le relazioni tra Russia e Bielorussia sono molto strette quindi è difficile credere che il regime di Minsk possa aver dirottato il volo di Ryanair FR4978 senza alcun tipo di coordinamento con Mosca. Non è un caso il fatto che la Russia abbia bloccato due compagnie aeree europee, Air France e Austrian Airlines, che avevano a loro volta modificato le rotte per aggirare la Bielorussia, così come deciso dal Consiglio Europeo.
Nonostante Alexander Lukashenko ritenga di aver agito legalmente, in conformità con tutte le norme internazionali, il fronte occidentale si è manifestato piuttosto compatto nel condannare quanto accaduto a Minsk. Il Consiglio dei ministri dell’Ue in passato aveva già condannato la Bielorussia per lo svolgimento di elezioni truccate, adottando via via misure sempre più severe contro un regime per nulla democratico, impedendo a Lukashenko di viaggiare nei Paesi dell’Unione e di collocare beni personali all’estero, pena il loro congelamento. Queste sanzioni derivano principalmente dalla continua repressione esercitata contro le manifestazioni pacifiche, in nome della libertà e dell’uguaglianza, svolte dai cittadini bielorussi, sempre più impegnati ad aprire un varco nel sistema sovranista vigente nel Paese.
Il 24 maggio le sanzioni sono state ulteriormente rafforzate, in particolare è stato introdotto il divieto di atterrare, decollare e sorvolare i Paesi membri dell’UE da parte delle compagnie bielorusse; le compagnie europee non dovranno invece sorvolare lo spazio aereo di Minsk. L’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, Josep Borrell, ha aggiunto che in esame ci sono delle proposte per colpire i settori chiave dell’economia bielorussa, come il settore dei fertilizzanti di potassio, oppure di rifiutare la fornitura di gas all’Europa.
La presidente della Commissione europea, Ursola von der Leyen, in un vertice a Bruxelles ha commentato in modo molto duro quanto accaduto: «Al popolo della Bielorussia: vediamo e ascoltiamo il vostro desiderio di cambiamento, di democrazia e di un futuro luminoso. Alle autorità bielorusse: la repressione, la brutalità e la coercizione non legittimeranno il regime autoritario. È ora di cambiare. Quando - e crediamo sia un caso di quando, non se - la Bielorussia inizierà la sua transizione democratica pacifica, l’UE sarà lì per accompagnarla».
Una portavoce della Commissione ha detto che von der Leyen avrebbe anche scritto a Sviatlana Tikhanovskaya e ad altre figure dell’opposizione, esprimendo rispetto e ammirazione per il coraggio e la forza impiegati nella difesa del popolo e dei valori democratici. L’istituzione europea ha inoltre annunciato il congelamento di un piano di investimenti dall’ammontare di tre miliardi fino a quando il Paese non cambierà rotta, intraprendendo quella della democrazia e del rispetto dei diritti umani.
Forse la reazione più dura proviene dagli Stati Uniti, da cui giunge prorompente la richiesta di avviare un’indagine internazionale credibile sul dirottamento del volo che domenica scorsa viaggiava tra Atene e Vilnius, essendo poi costretto ad atterrare in Bielorussia. L’indagine verrà condotta dall’organizzazione internazionale dell’aviazione civile (Icao). Non solo, gli USA chiedono anche il rilascio di tutti i prigionieri politici, così da avviare un dibattito autentico con l’opposizione democratica e i gruppi della società civile, garantendo un sincero e libero svolgimento delle prossime elezioni presidenziali.
Nel mentre, anche la Casa Bianca ha sospeso l’applicazione di un accordo sui servizi aerei, stipulato con Minsk nel 2019. Il Dipartimento di Stato americano ha invitato i cittadini a non viaggiare in Bielorussia, esortando le varie compagnie ad usare la massima prudenza nel caso in cui sorvolino lo spazio aereo bielorusso. E’ in corso di valutazione anche un nuovo ordine esecutivo, in coordinamento con l’Ue e con gli altri Paesi alleati, per imporre sanzioni mirate nei confronti di alcuni membri del regime di Lukashenko, colpevoli di supportare la corruzione, gli abusi dei diritti umani e gli attacchi alla democrazia. Le operazioni però richiederanno molto tempo, questo perchè, come affermava il drammaturgo Efisio Melis, si può eliminare facilmente una vera dittatura, ma è difficilissimo eliminare una finta democrazia