Il fatturato delle aziende nel campo della moda ha visto un calo nel 2020 del 26%. Durante una conferenza stampa online il condirettore di Confindustria moda, Gianfranco Di Natale, ha fatto un primo bilancio del 2020 e ha svelato alcune previsioni per il 2021. L’industria della moda ha perso nel corso del 2020 25 miliardi di euro rispetto al 2019. Gli studi hanno evidenziato un recupero del terzo trimestre del 2020 e prevedono un -18,4% per i primi mesi del 2021, ma con ancora una contrazione delle perdite. Per il secondo trimestre del 2021 si prevede un’attenuazione della flessione, con un calo previsto di circa il -10%. “Un calo importante - ha commentato il presidente di Confindustria Moda, Cirillo Marcolin - che fotografa una situazione drammatica, nonostante una ripresa nel quarto trimestre e il fatto che le imprese, anche piccole e medie, pur se meno dei grandi gruppi, hanno mostrato relativa dinamicità”. Il presidente ha inoltre aggiunto che sarà impossibile tornare ai livelli pre-Covid prima del 2023.
A causa del Covid tra il 2020 e il 2021 in Italia hanno chiuso 77 mila attività commerciali. Nessuna filiera è stata risparmiata, ma tra quelle che soffrono di più sono sicuramente le imprese nel campo della ristorazione. Nell’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio ‘’Demografia d’impresa nelle città italiane’’ emerge un dato che compare per la prima volta nella storia economica italiana degli ultimi decenni: la perdita di di un quarto delle aziende di alloggio e ristorazione.
Nell’analisi è evidenziato anche un calo per il commercio al dettaglio del -17,1%. La pandemia ha cambiato le nostre abitudini e di conseguenza anche il commercio, favorendo le vendite online. Le città, a causa della pandemia, avranno sempre meno negozi. “Il rischio di non rivedere i nostri centri storici come li abbiamo visti e vissuti prima della pandemia è, dunque, molto concreto e questo significa minore qualità della vita dei residenti e minore appeal turistico”, aggiunge l’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio. Durante il 2020 i negozi di base come gli alimentari hanno visto un calo del -2,6%, e anche le tabaccherie hanno segnato un -2,3%. Notevole è la crescita delle imprese nel campo della tecnologia e della comunicazione con un +18,9% e delle farmacie che hanno registrato un +19,7%.
Possiamo quindi notare come la pandemia e le nostre abitudini modifichino questo trend: probabilmente i settori che hanno tenuto o che sono cresciuti, continueranno a farlo, viceversa gli altri. Purtroppo però, le imprese che chiudono sono sempre di più, sarà quindi importante il piano di ripresa nazionale per cercare di rimarginare e curare questa ferita.